Rieti: persi 4 mila giovani in 10 anni

Francesco Peluso
2 min readSep 6, 2023

--

Photo by Eliott Reyna on Unsplash

Negli ultimi dieci anni in Italia è sceso di quasi un milione il numero dei giovani tra i 15 e i 34 anni. Questa contrazione nella fascia di età più produttiva della vita lavorativa sta arrecando grosse difficoltà alle aziende italiane. Molti imprenditori, infatti, faticano ad assumere personale, non solo per lo storico problema di trovare candidati disponibili e professionalmente preparati, ma anche perché la platea degli under 34 pronta ad entrare nel mercato del lavoro si sta progressivamente riducendo. Insomma, la crisi demografica sta facendo sentire i suoi effetti e nei prossimi anni la rarefazione delle maestranze più giovani è destinata ad accentuarsi ulteriormente. A questo si aggiunge l’alto tasso di disoccupazione giovanile e l’abbandono scolastico, soprattutto nel Mezzogiorno. A lanciare l’allarme è l’Ufficio studi della CGIA di Mestre.

Negli ultimi dieci anni la contrazione della popolazione giovanile italiana
ha interessato, in particolar modo, il Mezzogiorno. In questa ripartizione geografica la diminuzione è stata pari a 762 mila unità (-15,1%). Seguono il Centro con -160 mila (-6,6%), mentre al Nordovest (-1%) e al Nordest (-0,5%) la flessione è stata molto contenuta. A livello regionale, invece, è stata la Sardegna con il -19,9% a subire la flessione più importante.

A livello provinciale, infine, la realtà che negli ultimi 10 anni ha registrato la diminuzione più importante è stata la Sud Sardegna con il -26,9%. Seguono Oristano con il -24%, Isernia con il -22,2% e Cosenza con il -19,5%. In contro tendenza, invece, solo una dozzina di province. Le più virtuose sono state Trieste con il +7,9%, Bologna con il +7,5% e Milano con il +7,3%.

In questo preoccupante quadro non brilla la provincia di Rieti che si piazza al 38esimo posto nazionale con un -12%. In concreto abbiamo 4.016 giovani (15–34 anni) in meno rispetto a 10 anni fa: dai 33.551 giovani del 2013 ai 29.535 del 2023. Non è difficile individuare le tre principali cause di questo forte calo: denatalità; mancanza di lavoro; poche opportunità di formazione universitaria.

Fonte: CGIA Mestre

--

--

Francesco Peluso

Reatino, giornalista, direttore comunicazione multinazionale tech